Il regime forfettario, anche noto come regime dei minimi, è una forma semplificata di tassazione fiscale italiana che si applica a determinate categorie di contribuenti. Questo regime è stato introdotto per agevolare gli imprenditori e i professionisti con un reddito annuale non alto e che offre vantaggi fiscali e semplificazioni amministrative, utilissime per i liberi professionisti e per le piccole imprese.
Il regime forfettario è un sistema fiscale opzionale che consente di pagare le imposte in base a un ammontare in percentuale di misura fissa, predefinito dalla legge, senza dover calcolare i costi effettivi sostenuti nell’attività professionale o dell’impresa. Questo regime è particolarmente adatto per coloro che operano in settori con bassi costi e bassi margini di guadagno, come per esempio le categorie degli artigiani, i piccoli commercianti e liberi professionisti.
Sono contribuenti forfettari, quindi, i piccoli imprenditori e i liberi professionisti con partita IVA che, a prescindere dal loro codice ATECO, percepiscono ricavi o compensi fino a un massimo stabilito per legge e che hanno spese limitate per lavoro accessorio (eventuali collaboratori o dipendenti). Dal primo gennaio 2023, grazie alla nuova legge di bilancio, questo tetto massimo di ricavi e compensi è aumentato da 65.000 euro a 85.000 euro, agevolando più imprese ad accedere a questo tipo di regime.
Oltre al tetto massimo annuale, l’altro requisito di base per poter beneficiare delle agevolazioni del regime forfettario riguarda più nello specifico le spese sostenute per il personale dipendente o per lavoro accessorio, che, sebbene siano inserite tra le spese sostenibili, non possono superare complessivamente il limite di 20.000 €.
Anche se si tratta di un regime particolare, così come nel regime ordinario, per la contabilità e l’amministrazione è necessario emettere fattura, perciò è fondamentale avvalersi di un software gestionale che organizzi rigorosamente questa attività.
Differenze tra regime forfettario e regime ordinario
È importante comprendere le differenze tra il regime forfettario e il regime ordinario per valutare correttamente quale sia il regime fiscale più vantaggioso per la propria situazione.
Sebbene il regime forfettario offra vantaggi in termini di semplificazione amministrativa, aliquote fiscali agevolate e riduzione delle deduzioni fiscali, presenta comunque delle limitazioni in termini di reddito massimo ammissibile e non permette di detrarre alcuni costi deducibili invece nel regime ordinario.
Di seguito le principali informazioni riguardanti le scadenze e i pagamenti nel regime forfettario per renderlo più chiaro e comprensibile.
- Scadenze fiscali
Le scadenze fiscali nel regime forfettario seguono il calendario fiscale generale, ma è necessario prestare attenzione alle specifiche date previste per i contribuenti che aderiscono a questo regime. Le scadenze principali riguardano ovviamente il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali.
- Versamento delle imposte
Nel regime forfettario, le imposte vanno versate in base alle modalità previste dall’Agenzia delle Entrate ed è importante indicare correttamente il codice tributo e l’anno di riferimento per evitare errori. Inutile specificare che questo onere spetta di solito al proprio commercialista. Essere informati, però, vuol dire anche agire con consapevolezza e monitorare step by step tutto ciò che riguarda la propria azienda.
- Contributi previdenziali
I contribuenti del regime forfettario sono ovviamente tenuti a versare le imposte previdenziali, che dipendono dalla categoria di appartenenza e dal reddito presunto.
Il modo in cui si determinano i contributi INPS può variare in base alla natura del tuo lavoro:
- Per i liberi professionisti associati a una cassa previdenziale l’ammontare dei contributi è definito dalla cassa di riferimento.
- I lavoratori autonomi senza una cassa previdenziale, devono procedere con l’iscrizione alla gestione separata INPS.
- Le categorie di artigiani o commercianti, sono obbligati a effettuare il versamento di due differenti tipologie di contributi: contributi fissi, che devono essere pagati indipendentemente dal reddito, e i contributi variabili, determinati applicando un tasso approssimativo del 24% sugli incassi che eccedono i 17.504€.
- Registrazioni contabili
Pur essendo un regime semplificato, nel regime forfettario è comunque necessario tenere una contabilità di base. È importante registrare le entrate e le spese effettuate per avere una chiara visione dell’andamento dell’attività e per facilitare l’adempimento degli obblighi fiscali, al pari della contabilità ordinaria per aziende o per professionisti.
- Software di gestione
Data la complessità delle norme fiscali e degli adempimenti previsti, è consigliabile avvalersi di un software di fatturazione elettronica in grado di gestire correttamente le scadenze e i pagamenti nel regime forfettario e generare documentazione in conformità alle normative vigenti.
Criteri per accedere al regime forfettario e calcolo delle imposte
Grazie a questo specifico regime fiscale le attività che vi fanno capo possono godere della riduzione dell’imposta sostitutiva, pari al 5% per i primi 5 anni di attività e del 15% dopo i cinque anni.
Affinché la tua azienda abbia questo beneficio è necessario non aver esercitato, nei tre anni precedenti, nessun’altra attività, anche nel caso di forma associativa o a conduzione familiare.
Per aderire al regime forfettario, è necessario inoltre soddisfare determinati requisiti quali:
- residenza in Italia
- svolgere un’attività commerciale, artigianale o professionale
- fatturato annuo al di sotto delle soglie stabilite da questo regime.
I vantaggi del regime forfettario sono numerosi e uno dei principali concerne la semplificazione della contabilità.
Infatti le imposte da pagare vengono calcolate in modo forfettario, appunto, riducendo il rischio di errori o contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Tale calcolo avviene mediante parametri che sono conseguenza del tipo di attività svolta e che consentono di determinare un reddito presunto su cui applicare le aliquote fiscali.
Una volta determinato il codice ATECO di appartenenza, si applicano le aliquote fiscali previste per il regime forfettario, molto più vantaggiose rispetto a quelle del regime ordinario.
Nel calcolo delle imposte nel regime forfettario, è però importante considerare anche i contributi previdenziali e assistenziali che sono fissi (fino a una certa soglia) e dipendono ancora una volta dalla categoria di appartenenza.
Da tenere in considerazione se si vuole scegliere il regime forfettario è anche il vantaggio conseguente alla mancata applicazione della ritenuta d’acconto.
Grazie al regime forfettario potrai incassare un importo pari a quello presente in fattura, senza trattenute o IVA.
Sarà però obbligatorio indicare nelle fatture la dicitura propria del regime forfettario prevista dall’art.1, comma 67, Legge n.190/2014”.
Come gestire il rimborso spese nel regime forfettario
Un’ultima nota interessante può essere fatta in relazione alla gestione dei rimborsi spese, argomento tanto controverso quanto interessante.
Nel forfettario anche i rimborsi spese fanno parte del reddito imponibile e concorrono al raggiungimento del limite massimo di 85.000 euro annui.
Purtroppo è indispensabile precisare che il regime dei minimi non permette di scaricare tutte le spese.
Secondo l’articolo 54, comma 5, Tuir le spese sostenute in regime forfettario per conto del cliente non contribuiscono né al reddito imponibile, né al raggiungimento del limite di fatturato, infatti, non sono classificabili come compenso.
Se ti stai chiedendo quanto sia conveniente il regime forfettario, è fondamentale che tu sia consapevole di quali possano essere i costi e le imposte previste per la tua specifica categoria, quali le scadenze per inviare i documenti e quelle dei pagamenti. Senza dimenticare una nota sui fatturati attesi (se superiori a 85.000 euro automaticamente non rientri nel forfettario).
In definitiva una scelta oculata può essere fatta solo ipotizzando delle stime di ricavi, spese e conseguenti costi, sia in termine di tasse che di contributi. Questa operazione è tutt’altro che semplice senza l’ausilio di professionisti esperti e qualificati, come possono essere i commercialisti. Il nostro consiglio, quindi, è di affidarsi ad un referente di fiducia, competente e onesto.
Al netto di quella che sarà la tua scelta, ricorda che solo tenendo una contabilità ordinata e organizzata, mediante un software gestionale, potrai sapere con una certa tranquillità e senza margini di errori qual è la situazione finanziaria e patrimoniale della tua azienda, quali sono i costi attesi, le previsioni di bilancio e le spese da sostenere. Insomma, solo così potrai avere un quadro completo della situazione e prendere decisioni strategicamente essenziali per la tua azienda.